14 January 2008

Muffins senza glutine

Un classico per la colazione, che ho provato a fare non solo utilizzando farine senza glutine ma anche latte di riso al posto di quello vaccino: una ricetta perfetta per chi soffre di entrambe le intolleranze! al posto del lievito per dolci s.g. (a Venezia non sempre trovo le marche in prontuario) ho utilizzato un cucchiaino abbondante di bicarbonato di sodio.



Ingredienti per 10 muffins
:: 150 gr di farina di riso
:: 100 gr di farina integrale mista (mais grano saraceno e miglio)
:: 125 gr di zucchero
:: 1 uovo
:: 2,5 dl di latte di riso
:: 90 gr di margarina
:: un cucchiaino e mezzo di bicarbonato di sodio
:: cacao dolce in polvere
:: cioccolato fondente in scaglie
:: un pizzico di sale

Sciogliere a bagnomaria la margarina. In una terrina setacciare la farina con lo zucchero e incorporarvi poi il cacao e il cioccolato in scaglie, il sale, il bicarbonato e mescolare bene tutti gli ingredienti. Aggiungere poi l'uovo, la margarina sciolta ed il latte, amalgamare il composto con un cucchiaio fino ad ottenere un impasto morbido e senza grumi, che verserete nella teglia da muffins leggermente oleata a cucchiaiate. Informare a 180 ° per 20, 25 minuti.

onigiri di sgombro

E' solo l'inizio. Dare una definizione di onigiri è quasi impossibile, però sono la quintessenza della giapponesìtà come l'ho sempre immaginata, dato che non c'è cartone animato della mia infanzia in cui non ne comparisse almeno uno (oddio..robottoni a parte)


Le varianti sono infinite, un mio amico di Tokyo li 'farcisce' persino con pomodorini secchi sott'olio (molto fusion), il classico ha dentro 'umeboshi' (prugna sotto sale, uno shoc gastronomico la prima volta che l'ho assaggiata). I miei preferiti sono con sgombro affumicato (in foto, ma invece che dentro, lo sgombro l'ho mescolato con il riso gohan e poi, una volta formati gli onigiri, li ho passati in padella) o salmone crudo marinato con tamari e wasabi.

La spiegazione migliore sul web nella cucina di Yasukosan (immagine qui sotto)


10 January 2008

Pane della Contea

a Tavola con gli Hobbit
ricette e menù della Terra di Mezzo


...o, come da 'manuale', Pane del compleanno. Il sapore è indefinibile, ma l'unica cosa che so è che sa davvero di Contea.


Per un perfetto pic nic in stile hobbit, accompagnatelo con del formaggio morbido e del miele di acacia, una tazza di idromele fresco e della marmellata di mele con frutta secca.

:: Ingredienti
:: birra senza glutine al miglio 3oo cl
:: farina di riso 15o gr
:: farina integrale (mais, miglio, grano saraceno) 150 gr
:: un cucchiaino di bicarbonato
:: 3 cucchiaini di zucchero di canna

In una terrina mescolate le farine con lo zucchero ed il bicarbonato e aggiungetevi pian piano la birra, fino ad ottenere un composto morbido (non liquido!) ed omogeneo. Oliate una teglia da forno e versatevi il composto, inforate a 180° gradi per 30 minuti.

Appunti: Tsutsumi

Il laboratorio, con vista sulla montagna innevata. Al centro dello spazio, il tatami. Sullo sfondo, un vecchio mobile con vassoi di bambù su cui essiccano rami e cortecce, da cui vengono estratti i pigmenti per il tessuto.

Tango è a nord di Kyoto, affacciato sul mare che separa il Giappone dalla Cina, ed è conosciuto per la stagione rigida, le grandi nevicate e la corrente fredda del suo mare, che regala gustosi pesci e crostacei. Ma questa piccola città è nota soprattutto per la produzione del tessuto di seta, una fama che deriva dai tempi in cui Kyoto era la capitale, nonché la città più elegante del Giappone.Artista e tessitore di kimono,Tsutsumi vive qui ma è originario di Kyushu, un’isola a sud del Paese. Ha studiato pittura a Tokyo e si è trasferito a Tango più di vent’anni fa, da studente universitario. Per tingere il tessuto bianco di seta (“chirimen”) con cui crea preziosi kimono, questo artista setaccia i boschi in cerca di foglie, cortecce e radici da cui estrae i pigmenti, poi tesse i fili su un vecchio telaio con l’aiuto della moglie Kaori. Tsutsumi e Kaori vivono in una casa di legno che un tempo era un dormitorio per le dipendenti femminili di un’industria tessile, risistemata da loro in un anno di intenso lavoro, utilizzando materiali di recupero.




Appeso alla parete e allestito con tre tazze e un semplice rametto, il coperchio di legno di una vecchia pentola per il riso diventa un'icona di bellezza.

Tsutsumi ama molto il senso del termine giapponese “mottainai”, traducibile come “perdere il vero carattere delle cose”. Una parola oggi usata soprattutto dagli anziani, quando si lamentano perché viene buttata la carta da imballaggio senza neanche riflettere sulla possibilità del suo riutilizzo. «Nell’arco degli anni, soprattutto quando il Giappone ha iniziato a crescere economicamente, il senso di “mottainai” è stato frainteso e collegato ai concetti di povertà o di tirchieria. Il vero significato è rispettare la vita di ogni cosa, accompagnarla fino alla fine della sua esistenza finché scompaia la sua sostanza », spiega Tsutsumi, che applica anche alla sua arte questo prezioso insegnamento. Quando i suoi kimono esauriscono l’uso di indumento, diventano copriletto, poi fodera di cuscino e infine straccio. Quando la trama è consunta, lui la disfa e ne riutilizza il filo per un nuovo tessuto.Questa coppia di artisti-artigiani ama il luogo dove può sentire il messaggio della natura e ha un grande rispetto dei materiali che respirano, come il legno, la terra e la carta. «Siamo riusciti a organizzare uno spazio piccolo in maniera molto flessibile. Ci siamo ispirati alle case “machiya” (le tipiche abitazioni a schiera strette e lunghe della Kyoto del 1700) e abbiamo utilizzato i divisori tradizionali “shoji”», le porte scorrevoli con telaio di legno e ante di carta bianca traslucida.

testo di Itaru Ito, foto di Masao Yamamoto
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